Lawr KurosakiQuella mattina Lawr aveva parecchio sonno, non era riuscito a dormire poichè ogni volta che chiudeva gli occhi gli scorrevano dinnanzi le immagini della sua prigonia. Gli anni erano passati ma il terrore che una cosa simile potesse accadere dinuovo non l'aveva mai abbandonato e di tanto in tanto non riusciva a chiudere occhio, spaventato dalle ombre della stanza durante la notte. I suoi battiti cardiaci aumentavano esageratamente e così anche la sua immaginazione lavorava da se, incutendogli terrore.
Aveva lavorato senza troppo entusiasmo a quel disegno dal vero, tracciando vaghe linee a tratti leggeri e pesanti a seconda della convinzione che vi metteva nel rappresentare il soggetto, predirigendo le sfumature e il riflesso della luce sui frutti che la composizione stessa, difatti questa era stata solamente abbozzata mentre la suan centrazione si era ridossata interamente su una mela di un rosso brillante che si trovava ancora nella cesta di vimini. I cavalletti erano posti in un semicerchio disarmonico, ad esempio alcuni erano stati spostati dagli studenti per scovare una prospettiva migliore.
Erano passati solo due giorni da quando si era trasferito in quella scuola ed ancora gli risultava difficile ambientarsi tra i compagni quanto nella propria stanza.
Decise di prendersela comoda, ormai aveva imparato che l'ora del pranzo era stata scelta con maestria dal preside e dai suoi collaboratori in modo tale che gli studenti non si precipitassero in mensa e mangiassero con foga il cibo per tornare alle lezioni.
Con calma mise a posto le diverse matite nel proprio astuccio, era stranamente dotato di una lentezza esasperante quel giorno, cosa che non capitava mai -o quasi mai- ad un neko come lui.
Alzando lo sguardo si accorse si non essere solo nella stanza, mentre riponeva il proprio astuccio nello zaino scuro notò un'altra figura li presente, era l'aiutante del professore che da poco aveva terminato di controllare il materiale di proprietà della scuola quali pennelli, fogli e via discorrendo. Purtroppo non aveva ancora memorizzato il suo nome, lo stesso valeva anche per i professori e i compagni.
"
Non va a mangiare?"
Domandò incuriosito, avrebbe tanto voluto parlare con qualcuno, trovarsi a proprio agio... purtroppo gli risultava abbastanza difficile ma quel tipo gli ispirava una sorta di fidicia.