Per un pezzo di pizza

{ Kyouya Ootori }

Nonostante non fosse abituato a frequentare locali in cui solitamente andavano i giovani di bassa società (vedi izzeria a taglio) doveva ammettere che quel localino era piuttosto gradevole nella sua povertà.
Era luminoso, abbastanza spazioso e una volta riempito il vassoio di pizza al taglio ci si poteva sedere ad un tavolino per mangiarla tranquillamente.
Lui aveva chiesto delle posate ma gli avevano dato solo affari di plastica di dubbia utilità.
Non aveva protestato e in silenzio aveva iniziato ad aprire la bustina trasparente per sfilare le pseudo posate, di fronte al suo vassoio con pizza vegetariana e con il sugo piccante.

{ Tamaki Suou }


«Eccomi, scusa» mormorò visto che si era alzato per andare a prendere del condimento come del pepe e del parmigiano, cosa che metteva a quintali sulle pizze. Gli si sedette davanti e gli rivolse un sorriso allegro abbassando lo sguardo sul proprio piatto che più che un trancio conteneva quasi una pizza intera visto che ne aveva presi tre di tipi diversi. Uno di pizza margherita, un altro di pizza ai quattro formaggi e un terzo con sopra di tutto e di più fetta prosciutto e sottaceti. «Fanno una pizza molto buona qui» aggiunse quasi si sentisse in obbligo di rassicurarlo e offrì prima i condimenti all’altro, per educazione.

«.:Sei pazzo?» chiese inarcando un sopracciglio quando vide l'altro porgergli i condimenti.
Storse appena il naso e tornò ad abbassare lo sguatrdo sulla pizza, iniziando a tagliarne un trancio a quadratini con l'ausilio delle posate.
«Rovina il sapore»

«Non è vero, dovresti provare» gli rispose prima di spargere una tonnellata di formaggio sui tranci di pizza e iniziare a mangiare. Al contrario di quello che c’era da aspettarsi non prese a mangiarla con le mani ma bensì iniziò a tagliarla come fece l’altro

Lo guardò di sottecchi con un'espressione disgustata ma evitò di farsi notare e dopo aver tagliato con sistematica precisione entrambi i tralci di pizz prese a mangiare quadratino per quadratino con l'ausilio della forchetta, ignorando gli sguardi straniti degli altri.

«Allora? Ti piace?» gli chiese immediatamente dopo un paio di bocconi

«E' buona, si» certo preferiva rigorosamente il suo cuoco italiano ma... non lo aveva a portata di mano in quel momento.
«Mmmh... dimmi qualcosa in più su di te»

«Qualcosa di che tipo?» gli chiese riprendendo a mangiare con gli occhi fissi di lui, ben disponibile a parlare

«Non so... quello che vuoi»
Scrollò le spalle, poi si portò un boccone alle labbra e masticò lentamente, senza smoettere di osservare l'altro. Domandargli che cosa facesse suo padre o il suo conto in banca non gli parve carino.

Forse non sarebbe stato carino ma lui gli avrebbe risposto senza problemi, forse. «Uhmm… sono cresciuto in Francia, mio padre lavorava li, è una specie di uomo d’affari, sai commercio e cose simili, e sono tornato qui da poco. Uh e sono figlio unico» mormorò pensieroso

Quelle ultime parole gli fecero sbattere lentamente le ciglia, unico segno di vita oltre al silenzioso masticare. Lo invidiava per quell'ultima parte... moltissimo.
«Un uomo d'affari tuo padre? Affascinante... di che cosa si occupa? E lui francese? Tua madre immagino di no»

«Si, esatto» gli rispose annuendo con un piccolo sorriso e poi si portò l’indice alle labbra e mormorò «è una grande azienda… producono di tutto, è un’azienda chimica e poi ci sono vari rami e settori, anche cose come cosmetici, medicinali, e varie sostanze..»

«Ed è a capo dell'azienda?» chiese un po' sorpreso, senza riuscire a mascherarlo granché... hai capito il sempliciotto che famiglia...

«Si, cioè no. Mio nonno sta a capo, papi è… vicedirettore o una cosa del genere» gli rispose poco esperto di quella parte che riguardava il lavoro dei suoi genitori

«Ah... insomma è... un'azienda di famiglia» constatò con un'ombra di sorriso. Beh... forse quell'incontro non era poi così negativo...
«E' una cosa interessante»